Odg per la seduta n. 91 della commissione Affari Esteri, Emigrazione

SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVIII LEGISLATURA --------------------


3a Commissione permanente
(AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE)


*91a seduta: mercoledì 7 ottobre 2020, ore 8,45


ORDINE DEL GIORNO

PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazione
Svolta


IN SEDE CONSULTIVA

Esame degli atti:
1. Schema di decreto del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, concernente la cessione a titolo gratuito di materiale di armamento a favore della Somali Police Forcedella Repubblica Federale Somala - Relatrice alla CommissioneGARAVINI
(Osservazioni alla 4ª Commissione)
Esame. Osservazioni favorevoli(n. 195)
2. Proposta di "Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza" - Relatore alla Commissione ALFIERI
(Parere alle Commissioni 5ª e 14ª riunite)
Esame. Parere favorevole con osservazioni(n. 572)

IN SEDE REFERENTE

Esame del disegno di legge:
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e la Commissione europea sulla sede del Centro di controllo Galileo in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 19 novembre 2019 e a Bruxelles il 28 novembre 2019 - Relatore alla Commissione IWOBI
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 6ª, della 8ª, della 10ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
Esame e rinvio(1922)

MATERIE DI COMPETENZA

Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, dei documenti:
1. Relazione del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale sullo stato di attuazione della legge recante norme per la messa al bando delle mine antipersona, relativa al primo semestre 2019
(Doc. CLXXXII, n. 4)
2. Relazione del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale sullo stato di attuazione della legge recante norme per la messa al bando delle mine antipersona, relativa al secondo semestre 2019
(Doc. CLXXXII, n. 5)
- Relatrice alla Commissione MAIORINO Seguito esame congiunto e rinvio
ALFIERI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -

Premesso che:

il 3 settembre 2020 la trasmissione televisiva svizzera "Falò" ha mandato in onda un'indagine relativa alla politica di diniego con cui le autorità del canton Ticino, ignorando le leggi in materia di permessi di soggiorno e di lavoro, starebbero procedendo all'allontanamento di numerosi cittadini stranieri e tra questi anche molti cittadini italiani;

qualunque cittadino straniero che voglia vivere in Svizzera necessita di un apposito permesso. Tali permessi sono di diversa natura, in particolare, il permesso G è quello rilasciato ai lavoratori frontalieri, ovvero le persone che svolgono un'attività lavorativa in Svizzera, ma residenti all'estero. Val la pena ricordare come nel canton Ticino i frontalieri siano per lo più cittadini italiani residenti a pochi chilometri dal confine. I permessi più diffusi sono, invece, il B e il C. Il primo per coloro che intendono fare del Ticino la loro residenza, mentre il permesso C, rilasciato a chi ha avuto il B almeno per 10 anni, finisce con l'essere per molti stranieri l'ultimo passaggio prima dell'acquisto della cittadinanza elvetica;

i permessi vengono rilasciati dall'ufficio degli stranieri presso il Dipartimento delle istituzioni e sono disciplinati dalla legislazione svizzera in materia, in base alla quale i cittadini stranieri, a seconda del permesso ottenuto, devono dimostrare di avere il centro dei loro interessi in Ticino, di risiedervi almeno per 6 mesi e un giorno di ogni anno solare. Occorre sottolineare come per tutti sia prevista l'espulsione dal Paese, laddove il cittadino dovesse diventare un pericolo per la comunità elvetica;

inoltre, a partire da 1° gennaio 2019, gli stranieri residenti in Svizzera devono soddisfare determinati criteri di buona condotta, come il rispetto dell'ordine pubblico e dei valori costituzionali, prima del rilascio o del rinnovo del permesso di soggiorno. Tra gli elementi di cui si tiene conto vi sono anche la partecipazione economica e le competenze linguistiche. Coloro che non danno prova di una volontà d'integrazione possono essere costretti a firmare un contratto in cui figurano le aspettative che vanno soddisfatte. Il mancato rispetto di tale contratto può finanche incidere sul rinnovo del permesso di soggiorno. Pertanto, una persona con un permesso di soggiorno permanente, permesso C, che non soddisfa i criteri di integrazione potrebbe essere retrocessa allo status di residente temporaneo, permesso B;

secondo quanto riportato dalla trasmissione televisiva, diversi cittadini italiani che vivono in Svizzera da decenni al momento della richiesta di rinnovo del permesso sono stati invitati a lasciare il Paese entro un periodo che va da uno a 3 mesi. Sempre secondo quanto riportato, la polizia si apposterebbe davanti alle loro residenze centinaia di volte e in diversi orari del giorno e della notte. Finanche i consumi elettrici verrebbero ritenuti indizi utili per capire quanto i cittadini stranieri siano presenti nel proprio domicilio;

considerato che diversi cittadini stranieri cui è stato rifiutato un permesso hanno presentato ricorso al Tribunale amministrativo cantonale (Tram). Nel 2015 i ricorsi accettati sono stati il 28 per cento, nel 2019 il 47 per cento e dalla lettura dei numeri emerge chiaramente come un diniego su due sia stato sconfessato dalle autorità competenti. Anche il Tribunale federale, la massima istanza elvetica, ha emesso numerose sentenze in tal senso, sconfessando, pertanto, la politica adottata dal Governo ticinese. Tuttavia, nonostante la consolidata giurisprudenza in merito, la procedura seguita per i dinieghi in materia di permessi di soggiorno non ha subito alcun cambiamento,

si chiede di sapere:

quali iniziative il Ministro in indirizzo ritenga opportuno intraprendere al fine di tutelare i cittadini italiani possessori di permessi di soggiorno e residenti nel territorio ticinese;

se non ritenga opportuno avviare con il Governo elvetico un dialogo politico volto alla conclusione di ulteriori accordi bilaterali in materia di permessi di soggiorno per i cittadini italiani residenti nel territorio del canton Ticino.
(3-01933)